Partenza:  Piazzale Roma ore 6.30,   Mestre – Hotel Russott (ex Ramada) ore 6.40.
Punto di partenza:  Lago di Landro (1406 m.).
Equipaggiamento:  Zaino, abbigliamento da alta montagna, scarponi da trekking con protezione delle caviglie, bastoncini, crema solare, occhiali scuri protettivi.
Cartografia: Carta Tabacco 1:25.000  Fg. 003 - Cortina d’Ampezzo – Dolomiti Ampezzane.
Geolocalizzazione:       app Mapy.cz – gratuito – scaricare preventivamente con wi-fi di casa: mappe non in linea – Italia – Italia nord-orientale: Veneto + Trentino Alto Adige.
Questa app riconosce quasi tutti i sentieri esistenti e, anche in assenza di segnale telefonico, riesce a fornire la propria posizione tramite i 4 satelliti dedicati al Global Positioning System (GPS).

NOTE
Il Monte Piano ha una vasta cima piatta doppia: Monte Piano a nord (2305 m.) e Monte Piana a sud (2324 m.).  Le due cime sono divise dalla poco profonda Forcella dei Castrati (2272 m.), ove un tempo, a partire dal 1735, passava 1a linea di confine tra 1a Repubblica di Venezia e il Tirolo (osservare cippi datati sulla cima).  Durante la Prima Guerra Mondiale negli anni dal 1915 al 1917 qui si fronteggiarono le truppe italiane (occupando il Monte Piana) ed austriache (occupando il Monte Piano), cime che come detto distano tra loro solo qualche centinaio di metri.  La situazione restò immutata nonostante i 14.000 morti suddivisi tra le due parti fino a che gli italiani non si ritirarono dopo la disfatta di Caporetto.
Se interessati, leggere la storia completa alla voce “Monte Piana” su Wikipedia.
In nessun altro luogo di queste montagne si combatté tanto ferocemente (escluso il Col di Lana) e con esiti così sanguinosi come sul Monte Piana, dove le opposte linee si trincerarono a poche decine di metri di distanza.  Ben presto il nome che le cronache di allora davano a Monte Piana tramutò molto rapidamente in “Monte Pianto”, questo fu il nome tristemente famoso che i giornalisti in visita alle retrovie di Misurina diedero di quel fazzoletto di fronte dolomitico.  Il monte è costellato da trincee e gallerie ed è ora considerato un museo all’aperto.
Sulla cima del Monte Piano vi è una croce (detta Croce di Dobbiaco), mentre sul Monte Piana vi è un monumento piramidale che ricorda la visita di Giosuè Carducci nel 1892.  Poco distante vi è una piccola capanna, anch’essa dedicata al poeta, mentre sul versante di Misurina sorge il Rifugio Angelo Bosi (2205 m.).


ITINERARIO A
Dislivello: 900 m. circa.
Tempi medi di percorso:  ore 3 in salita e ore 2½ in discesa.
Dal parcheggio di Landro ci si avvicina al Monte Piano per strada in terra battuta; con un ponticello di legno si attraversa la Rienza Nera (che scende dalle Tre Cime di Lavaredo) e si imbocca il “Sentiero dei Pionieri” (n° 6) realizzato ai primi del 1900 e poi utilizzato dagli austriaci per garantirsi l’accesso alle loro postazioni sul Monte Piano durante la Prima Guerra Mondiale.
Il sentiero sale con molte serpentine, poi imbocca un vallone (dopo ore 1½) da cui si esce con alcuni brevi tratti attrezzati con cavo metallico e si giunge ad uno spallone coperto di mughi (consigliamo di accorciare i bastoncini in questi passaggi e di tenerli in zaino; inoltre, nelle zone in cui il sentiero è stretto e aereo, non usare il bastoncino a valle).  A quota 2070 m. incontriamo un piccolo cimitero austroungarico (10 croci). Proseguendo si giunge sotto lo strapiombo roccioso della sommità del Monte Piano (cartello giallo che segnala la via ferrata).  Il nostro itinerario prosegue invece a destra, lungo una cengia ghiaiosa con saliscendi e passa alla base dello strapiombo terminale. Alla fine della cengia si sale per il sentiero fino a dei ruderi austriaci e, con l’ausilio di gradoni scavati nella roccia a destra, oppure tramite la scalinata in galleria a sinistra, si giunge in cima al Monte Piano (Croce di Dobbiaco).  Il panorama offre sulla sinistra la vista sulle Tre Cime di Lavaredo.
Proseguendo verso il Monte Piana ci si dirige in leggera discesa verso la Forcella dei Castrati (la sella che divide le due cime): osservare il territorio tutto lavorato e modificato da 3 anni di permanenza umana in lotta, tutto trincee e postazioni di guerra.
Dalla forcella verso destra parte l’itinerario di discesa (6a - “Sentiero dei turisti”), che aggira il Monte Piana sul lato ovest prima di scendere: fermarsi ogni tanto durante la discesa per osservare ovunque in alto le vecchie postazioni italiane.  Il sentiero presenta ghiaino friabile specialmente nel tratto che attraversa un profondo vallone: qui troveremo anche una lunga scala in legno da risalire prima di attraversare una cengia franosa resa sicura da cavi metallici: un paesaggio da girone infernale dantesco.
La discesa prosegue poi in bosco, con la presenza ancora di residui di piccole postazioni militari. Guadagnata la pianura, ci dirigiamo verso Carbonin, dove ci aspetterà il pullman.

ITINERARIO B
Dislivello:  580 m. circa.
Tempi medi di percorso:  ore 2½ in salita e ore 2 in discesa.
Da poco prima di Carbonin (1451 m.) si sale lungo la facile strada forestale e sentiero n° 37 che arriva al Rifugio Vallandro (2030 m.).
Ritorno per lo stesso itinerario (km. 8,5 a/r).

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