Bivacco Sergio Baroni
Il bivacco Sergio Baroni si trova nell'alta Val Montina, sotto la parete Nord del Duranno, poco sopra i ruderi di Casera Bosco Negro Alta, è un bivacco a botte, del tipo Fondazione Berti, con 9 cuccette.
Una fonte d'acqua è disponibile salendo 5 minuti verso Forcella dei Frati.
Le vie d'accesso
Tre sono le vie di accesso al bivacco:
La più veloce: Da Erto, paesino della provincia di Pordenone, situato sulla strada che da Longarone (attraverso il Passo di S. Osvaldo) va a Cimolais, si segue la strada della Val Zemola, parzialmente percorribile in auto, fino a Casera Mela (1200 m. circa). Lasciata l'auto si seguono le indicazioni per il Rifugio Maniago (1730 m., 1,20 ore, segnavia 908), di qui alla Forcella della Spalla del Durano (2133 m., segnavia 382) da cui già si vede il bivacco, sul versante opposto si scende al bivacco (1732 m.) attraversando un ripido declivio di ghiaia e poi lungo pendii erbosi e bosco, (ore 2,30 dal Rifugio Maniago, 3,50 da casera Mela). Il percorso è destinato ad escursionisti esperti: non presenta difficoltà alpinistiche, ma richiede piede fermo ed esperienza.
La più semplice: Quella qui descritta è la via più semplice di accesso.
Da Macchietto (532 m.), frazione di Perarolo di Cadore, sulla strada che da Longarone va a Tai di Cadore (arrivando da Longarone imboccare la strada per Ospitale proseguendo poi fino a Machietto), si attraversa il fiume Piave su un ponte pedonale, si segue il sentiero sulla sinistra lasciandolo subito per imboccare una rampa ripida che sale lungo il bosco (tabella e segnavia n. 399).
Il sentiero prosegue con pendenza costante lungo il bosco di faggi ed abeti. Dopo circa un'ora, la pendenza diminuisce e si raggiunge il torrente del Van de Ruditia, lo si traversa e si risale la china opposta con breve ripida rampa. Ancora a mezzacosta con moderata pendenza, aggirando lungamente la Costa dei Tass, si perviene con vari saliscendi ad una piccola capanna dal tetto spiovente (1140 m.; può dare, in caso di necessità, ospitalità a 2-3 persone). In questo tratto sono avvenute alcune frane e il sentiero è stato ripristinato con alcune brevi deviazioni. L'ultimo tratto riprende in salita lungo il bosco fino a giungere ai ruderi delle Casere Bosco Negro. In 4,30 ore si giunge al bivacco (1732 m.). Il percorso è facilitato da una segnaletica essenziale, ma ben visibile; all'inizio un cartello indica “sentiero per escursionisti esperti”: pur non essendoci tratti alpinistici alcuni tratti in costa richiedono buona esperienza escursionistica.
La più alpinistica: Questo percorso parte dal Rifugio Maniago e percorre i lati sud ed est del Monte Duranno. Dal Rifugio Maniago (1730 m.) si seguono le indicazioni per la Forcella Duranno (2217 m.); arrivati in forcella si scende sul versante opposto tenendosi poi sotto la parete est del Duranno. Una volta giunti sotto la Forcella dei Frati si sale per facili gradoni di roccia. Si scende sul lato opposto: una corda d'acciaio posta alcuni anni or sono aiuta la discesa, ma a causa delle frequenti frane è comunque opportuno disporre di una corda. Scesi dalla forcella si prosegue lungo un ghiaione, quindi lungo il bosco per tracce di sentiero, si scavalca un dosso tenendosi alti, fino ad incrociare il sentiero che scende dalla Spalla in corrispondenza della sorgente, in 5 minuti si è al bivacco (1732 m.), totale 4,30 ore. Questo sentiero, nel tratto che dalla Forcella Duranno porta alla Forcella dei Frati, risulta mal segnalato, difficile orientarsi in caso di nebbia.
Bivacco "Sergio Baroni" (Foto di Daniele Querini)
La storia
Lassù in Cadore, nell'alta Val Montina, sotto la parete nord del Duranno, c'è un piccolo pezzo della storia della nostra Sezione, un segno tangibile a ricordo permanente di un socio tragicamente scomparso sui monti.
Forse a molti, ora, il nome di Sergio Baroni non dice molto ma chi l'ha conosciuto sa di aver perduto un amico generoso, un socio attivo della Sezione, un valido alpinista e sciatore. Aveva solo 27 anni.
Qualcuno di quelli che più hanno collaborato alla costruzione e manutenzione del bivacco eretto a suo nome, tornandovi, ha la sensazione di giungere a casa; qualcun altro ha voluto euforicamente chiamarlo una piccola succursale sui monti della nostra Sede sociale.
Sergio scendeva tranquillo, quel 12 agosto 1973, su un ghiacciao dell'alta Val Senales che, a detta del gestore del vicino Rifugio Bellavista, mai aveva dato problemi in quanto, a suo dire, privo di crepacci. Quel giorno invece proprio una spaccatura del ghiacciaio doveva inghiottirlo senza speranza; fu vano ogni recupero immediato da parte del suo compagno di gita. (...)
Giovane Montagna, C.A.I. ed A.N.A., di cui Sergio era socio, fecero subito a gara per una sottoscrizione mirata alla costruzione di un'opera alpina che ricordasse il giovane amico scomparso. Sentita la Fondazione Berti, fu decisa l'erezione di un bivacco fisso e venne scelta l'esatta località dove collocarlo.
Il bivacco venne inaugurato il 10 ottobre 1976.